Quest’anno abbiamo avuto l’onore di ospitare il Master of Food sul Vino, organizzato in collaborazione con la Condotta Slow Food Alta Irpinia ed il suo referente Donato Merola; un onore, perché siamo appassionati di questo prodotto che non è una semplice bevanda, ma un mezzo per conoscere territori, produttori e persone.
L’Irpinia è una terra ricchissima. Cerchiamo quotidianamente di esaltare i suoi frutti mettendoli sulle tavole dei nostri ospiti, consapevoli che la valorizzazione del territorio passa proprio da questo. Anche perché non si può realizzare un buon piatto con ingredienti mediocri.
Uno dei tanti gioielli della nostra terra è appunto il vino, ed ospitare un corso che ha l’obiettivo di dare un’infarinatura generale agli appassionati ed agli addetti ai lavori, ci ha riempito di orgoglio.
Durante le cinque lezioni frontali, tenute dal docente Alessandro Manna (della Condotta Slow Food di Caserta), si è parlato di tutto il mondo-vino, ovviamente nell’ottica slow del vino buono, pulito e giusto; e sono state degustate più di venticinque bottiglie di vino.
La prima lezione ha avuto ad oggetto il terreno, il clima ed il vitigno; per poi passare al racconto dell’epidemia di fillossera, all’allevamento della vite ed alla potatura, per finire con la spiegazione delle basi per un corretto esame visivo. La lezione si è conclusa con la degustazione di alcuni vini: una Falanghina Beneventana D.O.C. 2015, cantina Corte Normanna; un Verdicchio di Matelica D.O.C. 2015, cantina La Monacesca; un Salento Rosato Negramaro 2015, Cantina Sociale Copertino; un Bardolino 2015, cantina Le Franghe; ed infine un Valpollicella Ripasso Superiore 2014, cantina Corte Adami.
Durante la seconda lezione sono state affrontate le tematiche della vendemmia, della vinificazione e dei difetti principali di un vino; per poi introdurre le modalità di svolgimento dell’esame olfattivo. Sono stati degustati un Langhe D.O.C. Favorita 2015, cantina Marco Porello; un moscato Leonhard 2014, cantina Mongioia; un Montepulciano d’Abruzzo D.O.C. 2014, cantina Terra Viva Collebello; un Rosso d’Asia 2012, cantina Picchioni; e, per concludere, un meraviglioso Barbaresco D.O.C.G. 2012, nebbiolo al 100%, della cantina Pio Cerase.
Con la terza lezione si è parlato della maturazione, dei tannini e del legno, delle tecniche di produzione dei vini dolci e dei passiti, per concludere il cerchio della degustazione con la spiegazione delle tecniche di un corretto esame gustativo. I vini assaporati sono stati un Govi D.O.C.G. 2015, cantina La Zerba; un Collio Friulano 2015, cantina Borgo Savaian; un Ruche di Castagnole Monferrato 2015, cantina Tenuta Montemagno; un eccentrico Salento Primo 2013, al 50% negramaro ed al 50% primitivo, della cantina Bonsegna; e, infine, un fantastico Barolo D.O.C.G. 2012, ricco e virile, della cantina Ceretto.
La quarta lezione ha avuto ad oggetto i vini frizzanti e gli spumanti, con approfondimenti sulle tecniche e le zone tipiche di produzione, sulla classificazione e sulla loro degustazione. Sono stati degustati una Bonarda Frizzante 2015, cantina Casa Benna; un Q Metodo Classico Brut della cantina Quartomoro; un altro Brut Metodo Classico Blanc de Blancs, cantina Villa Sparina; ed un emozionante Champagne Monmarthe 2008, proveniente dalla Premier Cru del cuore delle montagne de Reims. Il quinto ed ultimo frizzante è stato fornito da noi del Ristorante 7Bello: un Metodo Ancestarle sur Lie 2015, cantina Casebianche La Matta, spumante integrale di qualità prodotto da uve Fiano site a Torchiara nel Cilento.
Nell’ultima lezione frontale si è discusso delle leggi sul vino, dei disciplinari di produzione D.O.C., D.O.C.G., I.G.T e I.G.P., su come leggere l’etichetta, e sull’abbinamento cibo-vino. Sono stati degustati dei vini al buio per saggiare l’apprendimento dei corsisti; e, viste le tematiche della lezione, abbiamo preparato delle matasse e ceci, piatto tipico caposelese a cui siamo profondamente legati, per consentire l’esame cibo-vino. I vini in degustazione sono stati un Carmignano D.O.C.G. Riserva 2013, cantina Fattoria Artimino; un Morellino di Scansano D.O.C.G. 2015, vitigno sangiovese, della cantina Terenzi; ed un Le More Sangiovese Superiore di Romagna D.O.C. 2015, cantina Azienda Agricola Castelluccio.
Come già detto, i vini sono qualcosa di più di una semplice bevanda, perché regalano emozioni indescrivibili e costituiscono il quid pluris di ogni cerimonia. Proprio per questo, e tenuto conto che i vini speciali sono destinati ad occasioni speciali, alla fine dell’ultima lezione frontale abbiamo voluto omaggiare i partecipanti ed onorare questo fantastico prodotto, aprendo due bottiglie di Taurasi “Macchia dei Goti” D.O.C.G. 1999, della cantina di Antonio Caggiano, uno dei migliori taurasi di sempre, che conservavamo gelosamente nella nostra cantina per un’occasione speciale. Il Macchia dei Goti, vino quasi maggiorenne, è andato oltre ogni nostra aspettativa, e si è svelato in tutta la sua potenza ed eleganza grazie all’invecchiamento. Un vino destinato a diventare davvero immortale, che ha regalato a noi ed ai corsisti sensazioni uniche ed irripetibili.
Il Master si è concluso, poi, come meglio non si poteva; ossia con la visita alla cantina ed alle vigne di Luigi Tecce in Paternopoli, dove si producono alcuni dei migliori vini irpini. Il Poliphemo 2012 di Tecce è stato insignito come miglior vino d’Italia 2016 dalla Guida l’Espresso. Ma non è per questo che si è scelta la sua cantina per la visita di fine corso: Luigi Tecce non è soltanto un grande produttore di vino, ma è la sintesi dell’essenza stessa del vino, della passione per il nostro territorio e dell’amore per il proprio lavoro. Visitare la sua cantina e le sue vigne, ed ascoltare le sue parole sentite, è un’esperienza di vita.
Il vino fa parte della nostra vita e del nostro lavoro, e siamo felici di aver collaborato con Slow Food Alta Irpinia nella realizzazione di questo Master.